COME FUNZIONA IL RAPPORTO DI LAVORO DOMESTICO?
“Il rapporto di lavoro domestico consiste nella prestazione da parte del lavoratore della propria opera – a qualsiasi titolo – per il funzionamento della vita familiare al fine di soddisfare un bisogno personale del datore di lavoro” (art.1 L. 339/58)
Sono considerati lavoratori domestici quei soggetti adibiti alle normali incombenze familiari (baby sitter, cameriere, colf, cuoco) o all’assistenza di persone (badante). Possono essere inoltre considerati lavoratori domestici in alcuni casi gli autisti, i giardinieri, i custodi o i portieri. A seconda della mansione i lavoratori vengono classificati nei vari livelli previsti dal ccnl del lavoro domestico (art.10).
Il rapporto si caratterizza per lo svolgimento presso l’abitazione del datore di lavoro.
Il lavoratore può svolgere la sua opera in regime di convivenza, con eventuale fruizione del vitto e dell’alloggio, oppure recandosi presso l’abitazione soltanto per alcune ore della settimana.
Il rapporto di lavoro domestico gode di un regime semplificato rispetto a quanto previsto dalle normali aziende, infatti:
- il datore di lavoro non è un sostituto d’imposta, quindi non trattiene e non versa l’eventuale irpef dovuta dal dipendente allo Stato. Sarà cura del lavoratore domestico presentare l’eventuale dichiarazione dei redditi l’anno successivo;
- I contributi dovuti dal datore di lavoro si versano con cadenza trimestrale tramite un semplice bollettino mav;
- Per i rapporti di lavoro di almeno 25 ore settimanali è previsto inoltre un regime agevolato e forfettizzato che prescinde dall’importo della retribuzione.
Il costo del rapporto di lavoro è determinato in base ai seguenti parametri:
- Mansione del lavoratore
- Domestico convivente o non convivente
- Numero di ore lavorative settimanali
Clicca qui per compilare il form e richiedere informazioni.